
Angoscia, ansia e paura sono emozioni che prendono il sopravvento in questo momento unico e speriamo irripetibile. Soffermarci su di esse ci porta a riconoscerle e a ricondurci ad un sano equilibrio.
Il periodo COVID sta mettendo a dura prova il nostro modo di re-agire ad un disagio svelando le vulnerabilità di ognuno di noi. Un modo probo di affrontarlo è mettersi in gioco.
Ho affrontato il periodo di contenimento con preoccupazione e frustrazione; ho sentito molto le difficoltà sulla mia pelle e ho avuto l’ardire di propormi in un “viaggio”, un moto che mi ha trasportato verso riflessioni e domande a cui non c’è una risposta esplicita. Probabilmente in un altro momento non avrei fatto alcune riflessioni, forse un passo fondamentale è stato porsi delle domande.
Fare emergere “da dentro a fuori” e provare a discernere e rendere consce le emozioni significa instradare la psiche verso delle strategie di benessere. Il lettore può accompagnarmi in questo percorso trovandone spunti per se stesso.
Il primo passo è quello di dare un nome alle emozioni ed è utile chiedersi “cosa si muove dentro di me?“
Prendersi un tempo dedicato e protetto per le emozioni che ci governano aiutarci a riconoscerci; individuarle ci consente di mettere in campo energie per gestirle.
Provo a descriverne tre che ritengo le più emergenti ed evidenti, a volte confuse e sovrapposte.
Le emozioni: paura, ansia e angoscia.
- La paura è un’emozione importante per la nostra sopravvivenza; essa si manifesta in presenza di un pericolo, può essere paralizzante o indurci alla fuga. La paura è preziosa perché mette in moto dei meccanismi di difesa ad un pericolo reale, determinato, determinabile ed è soggettiva.
- L’ansia è una normale reazione di adattamento a un pericolo o ad una situazione. Quando l’ansia è più forte diventa una vaga sensazione di malessere, che si traduce in uno stato d’apprensione, di sconforto con riflessi sullo corpo e sulla mente;
- L’angoscia è un disagio più sottile dell’ansia, è uno stato d’animo di impronta ansiogena più incisiva, innescato da stimoli emotivi. L’angoscia si riferisce a un pericolo indeterminato, alla propria sicurezza e qualcosa che destabilisce le certezze nel proprio ambiente abituale.
Pongo l’accento su quest’ultima; la sensazione più marcata dell’angoscia è l’indefinito, qualcosa di impalpabile e non visibile, fa perdere l’orientamento; nel non riuscire a focalizzare il “nemico” reagiamo nelle maniere più disparate: da un eccesso di chiusura, introversione, mancanza, a forti stati d’ansia o umore altalenante, oppure in maniera opposta di ribellione, esprimendoci con vigore ed eccesso, buttarsi nel fare evitando di “stare“, con rabbia e tanto altro.
L’equilibrio di qualche tempo fa che aveva tutti i suoi costrutti e regoline acquisite nel tempo, in un ambiente sociale conosciuto, consolidato e determinato è stato scardinato da un evento esterno quale la sindemia da covid19 che ha condizionato la vita di tutti, cambiando di fatto, abitudini personali e sociali.
La domanda che mi pongo è “di cosa abbiamo veramente paura? C’è un modo diverso per affrontare questo periodo e quali risorse possiamo mettere in campo?“
La paura come esprime il dott. Galimberti, ha generalmente un soggetto visibile e connotato, lo identifichiamo e sappiamo chi o cosa è.
Questa sensazione di paura diffusa su un qualcosa che c’è ma non possiamo definire, che è potenzialmente dappertutto, in ogni dove e in ogni persona che incontriamo e invisibile è l’angoscia.
Possiamo affrontare questo momento con intelligenza, con quel sano processo di adattamento all’ambiente; oppure porci nella condizione mentale di ampliare la sopportazione senza affaticare tutto l’ingombro delle nostre ataviche e pregresse difficoltà; parafrasando Kant , “la nostra intelligenza si misura dalla quantità di incertezze che siamo capaci di sopportare”.
O meglio ancora con saggezza e intuito, sapendo discernere momento per momento cosa è meglio per noi e gli altri senza lasciarsi condizionare dalle emotività sopravvenute.
Un piccolo trucco è quello di prendere ciò che c’è e farlo fruttare o, in una condizione avversa e imprevedibile, sapersi adattare che significa trovare risorsa, opportunità nel nuovo contesto dove le cose sono cambiate. Ahimè, è duro perdere riferimenti e sentire il peso del senso di insicurezza o inadeguatezza, in questo humus l’angoscia trova terreno fertile.
Bene. Preferisco fare un piccolo esempio. Il cosidetto lock-down ha messo in moto nel mondo del lavoro lo smart-working. Ora, tralasciando la vecchia condizione, prepariamoci alla nuova. Possiamo immaginare il disagio che comporta una “mancanza di libertà” da una parte (sensazione che tutti proviamo nella mobilità limitata) e la risorsa di dover stare nell’ambiente domestico.
Vediamo il bicchiere mezzo pieno. Ognuno di noi avrà la sua ricetta e troverà un piccolo giovamento. Io il mio l’ho trovato nel potermi preparare un pasto sano ed equilibrato, nel cucinare (una mia passione) e nel non dover soddisfare il momento del pranzo con un fugace e frugale pasto alla meglio.
Vivendola e vedendola in questo modo possiamo riscoprire tante possibilità di fare ciò che ci piace, ma sviluppare anche attività nuove, sapendo che presto torneremo alla vecchia routine lavorativa o forse no. Perché se siamo in cambiamento e noi siamo un flusso forse potremmo prendere il buono (per noi) di oggi e portarcelo dietro. Prendi l’arte e mettila da parte non significa non usarla!
Un metodo più incisivo e profondo che aiuta molto è la disciplina. Essa crea dei volani emozionali per l’autostima.
Una delle sensazioni che provo e sento da molti, è “non ho voglia di fare nulla”. Umore basso e volontà labile. La disciplina, associata alla costanza e alla tenacia, è un grandissimo alleato perché ci mette nella condizione di fare qualcosa, ottenere piccoli risultati e gratificarci.
Ecco che l’esempio precedente può avere soddisfazione laddove non mi esprimo una tantum, ma mi adopero tutti i giorni. Così può valere per l’esercizio fisico, la cura della casa, o qualunque sia la nostra strategia di benessere. Più sarò abile, avrò padronanza e soddisfazione, più sarò pieno e mi sarà piaciuto.
Troviamo qualcosa nelle nostre corde che desideriamo approcciare, che ci faccia stare bene e che ci piaccia.
Buon viaggio a tutti.
Counselor Relazionale e Mediatore abilitato. Le consulenze sono dedicate a coloro che vivono situazioni di disagio. Facilitatore della comunicazione per riscoprire e potenziare le proprie risorse per l’accrescimento personale, raggiungere obiettivi desiderati dal cliente. Consulente Relazionale e Sessuale, rivolto a coppie e singoli nell’ambito dell’educazione, prevenzione e gestione del disagio sessuale non patologico; mediazione tra partner, presa in carico di situazioni conflittuali. Si effettuano consulenze inerenti la definizione dell’identità sessuale (identità di genere, orientamento sentimentale e sessuale, ruolo di genere), delle coppie (monogame, non monogamia etica, poliamore ecc). Servizio di coaching e percorsi dedicati. Fondatore e presidente della APS Cambiamenti operante nella divulgazione sulla differenza di genere, con particolare attenzione al maschile nelle relazioni.
Counselor Relazionale e Mediatore abilitato. Le consulenze sono dedicate a coloro che vivono situazioni di disagio. Facilitatore della comunicazione per riscoprire e potenziare le proprie risorse per l’accrescimento personale, raggiungere obiettivi desiderati dal cliente. Consulente Relazionale e Sessuale, rivolto a coppie e singoli nell’ambito dell’educazione, prevenzione e gestione del disagio sessuale non patologico; mediazione tra partner, presa in carico di situazioni conflittuali. Si effettuano consulenze inerenti la definizione dell’identità sessuale (identità di genere, orientamento sentimentale e sessuale, ruolo di genere), delle coppie (monogame, non monogamia etica, poliamore ecc). Servizio di coaching e percorsi dedicati. Fondatore e presidente della APS Cambiamenti operante nella divulgazione sulla differenza di genere, con particolare attenzione al maschile nelle relazioni.
Grazie per le parole che hai scritto Luca. Mi ci ritrovo molto. Noi in Gestalt usiamo molto parlare di “adattamento creativo”, “radicarsi nell’incertezza” e sembrano proprio calzare a pennello nell’attuale situazione che descrivi. Proprio applicando costanza e tenacia, nei vari lockdown (più drastici o meno), mi sono dedicata a un corso di inglese, a seguire una dieta alimentare, a ridurre drasticamente il numero di sigarette giornaliere.