Chi è il counselor e Cosa fa

Il Counselor è un professionista della relazione di aiuto impegnato nel sociale, che si differenzia dalle professioni legate “culturalmente” alla salute mentale quali lo psicoterapeuta, lo psichiatra e lo psicologo.

È un chiarimento necessario e fondamentale per non sovrapporre gli ambiti dei professionisti nella relazione di aiuto e per poter far emergere la qualità e le specificità del Counselor.

Questa professione, che in Italia risulta ancora agli albori, in occidente, ed in particolare modo nei paesi anglosassoni e nord americani, è consolidata da una lunga tradizione.

In queste aree geografiche si parla di settore: “lavoro sociale” come specialisti nell’ambito dell’assistenza sociale e nell’orientamento. Vi è tuttavia anche una formazione specifica ed un’attitudine diversa, propria della cultura ed educazione professionale di riferimento.
In Italia il Counselor o facilitatore necessita di una regolamentazione formale, anche se in via sostanziale è riconosciuta a livello delle categorie professionali.

Il Counselor è quindi un professionista, che svolge un servizio al cliente dedicando a lui le sue competenze e risorse. Il cliente che necessita di lavorare su una difficoltà, e sente il bisogno di esporre o chiarire alcuni aspetti di sé, trova nel Counselor una figura adatta allo scopo. Spesso si sente dire che il Counselor agisce nel qui ed ora con il proprio interlocutore, infatti il lavoro del professionista è cercare di avviare un processo di auto-consapevolezza ed empowerment nel cliente, affinché possa scorgere e rendere consce le proprie potenzialità per aiutarsi, aprendo un ventaglio di possibilità fino ad allora nascoste.

Tra gli aspetti più importanti del Counselor c’è il suo modo di porsi: per prima cosa la fiducia e l’instaurazione di una relazione empatica con il cliente, facendo bene attenzione a seguire le sue esposizioni e i suoi comportamenti e in secondo luogo sospendendo ogni forma di giudizio, restituendo a lui la responsabilità personale di prendere delle decisioni in autonomia.

Vi sono delle attenzioni che sono di competenza dello Psicoterapeuta, e che il Counselor non può rivolgere al cliente. Vediamo ora le differenze tra le due figure professionali: lo Psicoterapeuta e il Counselor, che per formazione e vocazione hanno dei punti in comune, ma il contesto, il metodo, il modo e i tempi li differiscono sostanzialmente.

Il Counselor si differenzia per diversi fattori:

  • Il Counselor lavora sul disagio e non sulla malattia. Quindi la persona è un cliente e non un paziente.
  • Il Counselor lavora in maniera orizzontale con il cliente, è sullo stesso piano relazionale, è un aiutatore che “prende e rimanda” i contenuti dell’interlocutore su una superficie paritetica dal punto di vista umano, senza una definizione specifica di ruoli. Al contrario, per necessità della professione, la relazione dello Psicoterapeuta con il suo assistito è di tipo verticale: Specialista – Paziente.
  • Il Counselor lavora nelle aree di benessere: attua strategie e tecniche per potenziare le risorse del cliente che non abbia bisogno di uno Psicoterapeuta.
  • La finestra temporale del Counselor è basata quasi unicamente sul momento presente (“come stai ora”); lo Psicoterapeuta è più incentrato sul passato e sull’origine dei traumi.
  • Gli incontri del Counselor sono dislocati in un arco temporale ed una frequenza limitata, al massimo pochi mesi e un numero di incontri generalmente da 2 a 10. Al contrario lo Psicoterapeuta potrebbe aver bisogno di più tempo per fare un lavoro più approfondito.
  • Il “contratto” o gli intenti da perseguire sono concordati dai soggetti in questione: il setting ha sempre un focus definito.

In sintesi, la finalità nel Counseling è di supporto, sviluppo delle capacità, orientamento, ampliamento delle possibilità, consolidamento dell’autonomia e dell’autostima.