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depressione counselor

Vorrei riflettere sulla depressione, cercando di darne una lettura nella prospettiva della Riprogrammazione esistenziale .

In questi tempi così confusi e sospesi ci sono parole ricorrenti nei dialoghi tra le persone : “… che stanchezza .. ho l’umore basso.. mi sto deprimendo … troppo stress…” espressioni di un disagio che chiamiamo lieve depressione

In questo tentativo mi aiuta un interessante articolo di Randolph M. Nesse pubblicato nel 2002 dal titolo MOTIVAZIONE E MELANCOLIA: UNA PROSPETTIVA DARWINIANA .
Cercare di dare una veste darwiniana a questa esperienza esistenziale che molti affrontano nell’arco della vita è un lavoro interessante e spiegare la depressione solo dal punto di vista chimico e neuroscientifico pare essere un’idea superata o comunque non abbastanza esauriente.
Le nostre azioni vengono attivate da una sorta di molla che per istinto o pulsione genera poi comportamenti ristrutturando così il nostro campo cognitivo.
La motivazione è pertanto azione costruttiva e non distruttiva, o almeno dovrebbe essere.
La motivazione è andare verso qualcosa, è movimento.
Succede però che i bisogni, gli obiettivi, le attese personali e sociali che ci prefiggiamo siano più alti, più ambiziosi di quanto previsto, creando così l’aspettativa che è attendere qualcosa, è staticità.

Scatta quindi un meccanismo di chiusura verso l’esterno oppure una richiesta di eccessivo impegno o ancora sentimenti di paura, si genera il cosiddetto “overdrive “ , citando lo stesso Nesse.
Accettiamo sfide, ci poniamo obiettivi che, se non raggiunti o raggiunti parzialmente innescano malumore, malessere e depressione, emozioni alle quali per fattori genetici o ambientali rispondiamo con modalità differenti che richiederanno trattamenti e terapie specifiche.
La depressione nei suoi differenti gradi e livelli non è da considerare una debolezza, un difetto anche se è letta come tale perché, inevitabilmente, si accompagna ad esperienze negative ed eventi traumatici che focalizzano i pensieri ed i comportamenti.
Non è così paradossale dire che la depressione, intesa come malessere, malinconia, umore basso sia necessaria : una sofferenza della mente che si ripercuote anche sul nostro corpo, persino “utile”.
Come la noia per i bambini serve a ristabilire degli equilibri, una sorta di stop&go dell’animo e della mente, una modalità che consente di risparmiare energie.
Nel nostro organismo scatta un sistema di difesa ed è qui che si cerca la spiegazione con l’evoluzione darwiniana.
Quali sono i fattori genetici che inducono alla depressione ?

Sulla base di alcuni studi effettuati sull’analisi di esami del sangue il Royal College of Psychiatrists ha formulato un modello secondo il quale “…gli stati di malessere, basso appetito, stanchezza e fatica sono le risposte di tipo depressivo del nostro sistema immunitario ad una situazione di stress.
Siamo di fronte quindi ad una reazione evolutiva secondo la quale in presenza di un organismo malato si risponde con il riposo forzato per evitare ulteriori infezioni .
Quando siamo stressati i globuli bianchi rilasciano le citochine (molecole che causano infiammazione) , portando sensazioni di stanchezza e cattivo umore […] In altre parole la combinazione della nostra antica biologia – predisposta per le reazioni di lotta e fuga – con lo stress della vita moderna, produce un’epidemia di disturbi “. (cit. Le Meraviglie Del Cervello BBC Scienze -Agosto 2018) .

Ciascuno di noi reagisce alla depressione con modalità differenti: mancanza di ambizione a continuare nell’impegno verso l’obiettivo fissato, assenza di entusiasmo , timore del cambiamento poiché sappiamo che restare in una situazione confortevole ci permette di gestirla , dipendenza emotiva o eccessivo senso del dovere, perdita di speranza.

Nel corso della nostra evoluzione non abbiamo ancora acquisito la capacità di valutare costi e benefici nel raggiungimento di un obiettivo, non abbiamo ancora la risposta alla domanda chiave: vale la pena?
Il rapporto costi benefici all’interno di una relazione, di un impegno professionale, di uno scambio sociale, familiare è vantaggioso per il mio benessere psicofisico, emotivo ?
Rivedere anche con l’aiuto di professionisti questo percorso può portare a una risalita da quella scala a chiocciola che sembra essere la depressione o comunque a una rilettura del viaggio correggendone il tiro.

Se nel passato gli obiettivi dell’essere umano erano la necessità di approvvigionamento di cibo, riproduzione e difesa della specie, oggi che le cause di stress e di depressione sono più rivolte all’ambito professionale, alle relazioni familiari o sociali , pare che il nostro organismo risponda allo stesso modo.
Il nostro organismo è formato da ingranaggi che lavorano in accordo l’uno con l’altro e nel tempo è stato in grado di costituire le modalità più corrette per il nostro corpo e per la nostra mente affinché si possa “sopravvivere” alle differenti situazioni in cui ci veniamo a trovare, sia ambientali che sociali. Il nostro essere biologico è in grado di riprogrammarsi , si tratta quindi di replicare questo modello di riprogrammazione anche al nostro mondo emotivo.
L’evoluzione continua, nonostante la nostra complessità.

Maria Cristina Preti

Counselor della Riprogrammazione Esistenziale Mi rivolgo all’ambito personale, professionale, di gruppo e familiare laddove vi sia un disagio, un malessere o la necessità di fare chiarezza per intraprendere la via più felice per “essere fedeli al proprio compito e far arrivare al cielo la nostra statura”.

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Maria Cristina Preti

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