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La ciclicità che caratterizza l’essere donna ha l’incredibile dono del rinnovamento, della mutevolezza e del cambiamento così come le stagioni della Terra e le fasi della Luna.

Esattamente come il ripetersi delle stagioni ci sono giorni in cui le donne si sentono più luminose ed estroverse, altri in cui si sentono più premurose ed in altri ancora più cupe, introverse e creative. Nell’ambito del ciclo viviamo le “quattro stagioni”, il 4X1, in quanto alla primavera corrisponde la pre-ovulazione, all’estate l’ovulazione, all’autunno la fase premestruale e all’inverno la fase mestruale. Non a caso Miranda Gray parla della Dea Fanciulla della Primavera, della Dea Madre dell’Estate,  della Dea Incantatrice dell’Autunno e della Dea Crona dell’Inverno.

Esattamente come la Luna cambiamo un poco ogni giorno tanto che risulta difficile paragonare un giorno con quello seguente, ma nel momento in cui confrontiamo una fase con quella successiva i cambiamenti diventano evidenti. Osservando come le energie lunari (luna calante, luna nuova, luna crescente e luna piena) transitano nel nostro quotidiano possiamo sperimentare come le diverse fasi non si susseguono in modo lineare, ma la morte (luna nera) e la rinascita (luna piena) si compenetrano tra loro dando ciascuna vita all’altra così da evidenziarne la ciclicità.

Lasciarsi trasportare dalla natura, immergersi in essa, comprenderne i sentimenti, le emozioni, osservare i cambiamenti del corpo significa creare una mappa  che ci conduce alla scoperta del tesoro, della nostra verità interiore. Amare e vivere secondo natura significa entrare in un rapporto intimo che porta al riconoscimento della responsabilità di ciò che si è e di come si è. Significa smettere di puntare l’indice verso gli altri e diventare protagonisti della nostra vita, diventare ciò che vogliamo essere.

Affascinante è diventare coscienti delle fluttuazioni che ci caratterizzano e sentirci a nostro agio con le variazioni del corpo, con il nostro modo di pensare, con i diversi umori, con i diversi livelli di energia così da creare sicurezza delle e nelle nostre capacità per riuscire a meglio relazionarci con noi stesse e con gli altri.

Uno dei modi per arrivare a questa conoscenza è innanzitutto ricordarsi di porsi delle domande che aiutino a pensare e ad identificare queste diverse sensazioni e questi cambiamenti nelle sfere del fisico, delle emozioni e della mente. Nell’ambito del corpo posso chiedermi: Mi sento attraente o sgradevole? Sono contenta del mio aspetto fisico o mi massacro di improperi? Quando le persone mi sono fisicamente vicino come mi sento? Ho particolare voglie di cibo? Mi è facile o impegnativo svolgere compiti o attività fisiche? Nella sfera emotiva le domande possono essere: Sono premurosa e affettuosa? Mi sento pronta ad agire? Mi sento sicura o timida? Sono ottimista o pessimista? Riesco ad ascoltare gli altri? Sento entusiasmo e passione per i miei pensieri? Che effetto mi fanno gli altri? A livello mentale: sono con i piedi per terra o sogno ad occhi aperti? Ho memoria? Mi sento ispirata? Mi riesco a concentrare?

Occorre registrare gli eventi che accadono, occorre annotare tutte le sensazioni che ci caratterizzano così da poter confrontare quelle che nei diversi cicli corrispondono così da esaminare gli aspetti ricorrenti, siano essi positivi siano essi negativi. Continuando a prendere nota dei nostri cicli arriveremo ad ottenere un immagine sempre più chiara di noi stesse e di come essi ci influenzano. Il risultato è una migliore relazione di noi stesse, del nostro corpo, delle nostre necessità. In questo modo potremo rispettarci poiché avremo sempre più chiari i nostri bisogni e i nostri punti di forza. Il risultato è quello di meglio relazionarci con noi stesse e, di conseguenza, con gli altri.

Importante è prendere nota delle cose che mi fanno stare bene, con divertimento e sperimentando, per scoprire quali sono i  bisogni e cosa funziona per me.

Nel passaggio nella cultura greca da una società materlineare verso un mondo maschile dominato dall’io, le donne hanno in parte perso il vero rapporto con sé stesse e la propria femminilità. Infatti, essere donna indipendente e lavoratrice può comportare un non appagamento oppure essere nella donna-madre può comportare non  sentirsi apprezzata o amata. Per trasformare questo disagio, che ha la parvenza di un drago a due teste, occorre andare incontro ai propri bisogni, occorre riconnettersi con il proprio sè. In questo non è necessario che uomini, amanti, amici e figli soddisfino queste esigenze, ma basterà dedicarsi del tempo perché la verità è che questi bisogni sono reali e normali.

Nella nostra cultura certe posizioni o eventi hanno un maggiore valore intrinseco rispetto ad altri e questo valore di solito segue delle regole maschili. Il risultato del confronto porta un senso di inferiorità, con la relativa paura, che si cerca di colmare. Tale aridità che si porta dentro si vuole colmare  continuando a lavorare per distinguersi dagli uomini senza accorgerci che li stiamo imitando (dipendenza dalla perfezione). Si crea un circolo vizioso, un gatto che si mangia la coda, perché fintanto che cercheremo l’approvazione di coloro che non hanno le nostre caratteristiche continueremo a rifiutarci di vederci per quello che siamo veramente.

Ciò che vogliamo essere dipende da noi.  Essere donna è anche smettere di “imitare” la modalità maschile, così potremo davvero diventare profondamente femminili.

Quando una donna riesce a trovare il coraggio  di stabilire dei limiti e di capire che lei è abbastanza così come è, scopre uno dei segreti  più profondi perché questa donna può staccarsi dai capricci dell’io e toccare con mano le forze interiori più profonde che sono la vera sorgente della vita. Occorre rendersi conto che non si può fare tutto, ma riconoscersi di fare abbastanza diventando vere e aperte pur nella propria vulnerabilità.

Questo è il vero risveglio.

Come disse Campbell l’essere donna “non è il bisogno di compiere il viaggio, di seguire il modello maschile che nega ciò che sono veramente perché la donna è , deve solo capire di essere la meta che le persone cercano di raggiungere”, le donne sono il luogo che le persone provano a raggiungere. E’ solo provando le cose per noi stesse che possiamo godere degli incredibili doni che abbiamo nelle nostre vite!

Alessandra Martelli

Mamma (tre figli), ricercatore ed eterna studentessa ho fatto della crescita personale un obiettivo di vita. Ho una formazione biologica ed umanistica che mi permette un approccio trasversale nelle mille occasioni/esperienze che la vita mi/ci propone. Ho grande fiducia nel potenziale umano e, come Counselor relazionale, punto ad un risveglio esponenziale (empowerment), sia mio che altrui, così da accogliere sempre più l’inquietudine/disagio che a volte mi/ci inonda ed imparare a non vergognarsi camminando a testa alta orgogliosi della propria specificità

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Alessandra Martelli

Mamma (tre figli), ricercatore ed eterna studentessa ho fatto della crescita personale un obiettivo di vita. Ho una formazione biologica ed umanistica che mi permette un approccio trasversale nelle mille occasioni/esperienze che la vita mi/ci propone. Ho grande fiducia nel potenziale umano e, come Counselor relazionale, punto ad un risveglio esponenziale (empowerment), sia mio che altrui, così da accogliere sempre più l’inquietudine/disagio che a volte mi/ci inonda ed imparare a non vergognarsi camminando a testa alta orgogliosi della propria specificità

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