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desiderio nicolina capuano

L’origine della parola desiderio deriva dal latino ed è composto dalla preposizione de- che in latino
ha sempre un’accezione negativa e dal termine sidus che significa, letteralmente, stella.

Desiderare significa, quindi, letteralmente, “mancanza di stelle”, nel senso di “avvertire la mancanza delle stelle”, intesa come percezione di una mancanza e, di conseguenza, come sentimento di ricerca appassionata. Desideriamo quello che non abbiamo e questo attiva i sistemi dell’esplorazione affinché troviamo ciò che vogliamo e a quel punto, una volta soddisfatto il desiderio, il sistema esploratorio e il desiderio non sono più attivi.

Il desiderio è un’emozione?

Non proprio!
Le emozioni sono un processo complesso di sensazioni fisiche e stati mentali (pensieri, cognizioni,
credenze) che ci forniscono informazioni sul mondo che ci circonda, mentre Il desiderio è una
motivazione all’azione ed è la somma di tre componenti: i bisogni dell’essere umano, la
personalità e arousal.
I bisogni sono uno stato di tensione dovuto alla mancanza di qualcosa che risponde a esigenze
fisiologiche (es. fame) o a esigenze psicologiche (es. affetto) o a esigenze sociali acquisite
dall’ambiente (es. successo).
L’arousal è uno stato generale di attivazione e reattività del sistema nervoso, in risposta a stimoli
interni (soggettivi) o esterni (ambientali e sociali).
La personalità è l’insieme di qualità psicologiche che contribuiscono a creare le strutture persistenti
e caratterizzanti del singolo, come il sentire, il pensare, i gusti e il comportarsi che si manifestano in
un ampio spettro di contesti personali e sociali.

Ad esempio se io avessi fame (bisogno fisiologico di base) sentirei un vuoto allo stomaco, crampi a
livello addominale, debolezza muscolare e andrebbe bene, a questo punto, mangiare qualsiasi cosa
pur di non sentire la fame!

Se invece il mio fosse più un ‘languorino’ e avessi il tempo di scegliere cosa mangiare?

Ecco che entriamo nel campo del desiderio, non possiamo provare desiderio se siamo in emergenza, in quel caso parliamo di bisogni. Molto spesso leggiamo frasi fatte del tipo “non si può amare perché si ha bisogno di qualcuno”, nonostante la ricorsività della frase ad accompagnare foto in posa su istagram, è interessante fermarci a riflettere: se sono “sazio” non ho interesse a mangiare altro, ma se sono affamato ingurgiterò anche qualcosa che potrebbe farmi male!

Quindi per scegliere e desiderare in modo sano è necessario che io abbia spazio a sufficienza nella stomaco, ma che non sia sazio!

Per tornare alle tre componenti che alimentano il desiderio, possiamo dire che ogni desiderio si
fonda sui bisogni comuni a tutti gli esseri umani che sono:

  • Bisogni fisiologici (fame, sete, sesso, sonno ecc);
  • Bisogno di sicurezza;
  • Bisogni di appartenenza;
  • Bisogno di stima;
  • Bisogni di realizzazione di sé;

A partire da questo, un bisogno si trasforma in desiderio se non è questione di vita o di morte, se
non si basa su un’urgenza: ecco che ci torna utile il concetto di Arousal; il bisogno per trasformarsi
in desiderio si deve basare su un livello di attivazione fisiologica del sistema nervoso centrale e
periferico non troppo elevata, ma sufficiente per motivarci a soddisfarlo.
Infine il terzo componente è la personalità; l’oggetto del desiderio dipende appunto dalla nostra
personale e specifica individualità.
Proviamo a prendere consapevolezza della differenza tra i nostri bisogni e desideri, per esempio
possiamo provare a chiederci “quanto è urgente per me?”

Uno dei desideri più indagati e che incuriosiscono l’opinione pubblica maggiormente è il desiderio
sessuale, proveremo a esplorarlo nel prossimo articolo!

Stay tuned.

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