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mediazione artistica counselor

Cos’è la mediazione artistica nel Counseling? Provo a descriverla semplicemente con poche parole: “l’utilizzo di qualunque strumento artistico che possa contribuire a rappresentare ciò che sento dentro di me”.

Il Counseling è soprattutto una relazione di aiuto verso i bisogni che l’altro esprime e ci porta, e credo che una delle caratteristiche e doti più importanti di un Counselor sia dunque il sapere ascoltare. Un ascolto attivo, empatico in cui non ci si limita a udire le parole che ci giungono all’orecchio, ma che “sentiamo” veramente.

Sentire quindi non semplicemente nel senso di percepire dei suoni, delle parole, ma sentire nel senso più ampio del termine: provare sensazioni, emozioni, ascoltare le reazioni che il nostro cuore e la nostra mente provano quando ascoltano le parole che ci vengono proposte e riportate. Una buona relazione di ascolto riesco ad instaurarla quando  creo un vero contatto con il mio interlocutore, quando ascoltando le parole dell’altro, mi viene spontaneo chiedermi: che sensazione mi fanno nascere le sue parole? Sento comprensione, fastidio? mi riportano alla mente situazioni che ho vissuto anche io? Sta cercando di esprimere qualche cosa ma non riesce del tutto? Cosa vuole trasmettermi veramente? Il mio interlocutore è sorridente, affabile, ma io sento invece tristezza, rassegnazione, ansia?

Naturalmente riporto queste mie sensazioni al  cliente e si esplorano insieme; a volte le mie sensazioni sono proprio quelle che il cliente non riusciva ad esprimere, che ignorava, o che preferiva ignorare, a volte invece si rivelano come sensazioni solo mie che non hanno alcuna corrispondenza con ciò che il cliente voleva esprimere, e allora si lasciano andare.

Il mio compito non è né di essere giudice né tanto meno di volere fornire consigli, ma solo di aiutare il cliente a prendere maggiore consapevolezza di sé, delle sue esigenze, del suo sentire.

“Non puoi insegnare qualche cosa ad un uomo. Puoi solo aiutarlo a scoprirla dentro di sé”. (Galileo Galilei). 

In una sessione di Counseling la modalità di incontro si co-costruisce tra Counselor e cliente; non esiste uno schema di riferimento, una trama predefinita attraverso la quale muoversi, ma si sta con quello che emerge nel qui e ora.

Ma non sempre il Cliente riesce ad esprimere con le parole i disagi che prova, le ansie che lo turbano, quel senso di insoddisfazione latente. Nella maggior parte dei casi  è proprio un non riuscire, e non un non volere dare voce ai propri bisogni. Ed è proprio in queste situazioni che la mediazione artistica può essere un valido supporto e un aiuto.

Ma in che modo la mediazione artistica può essere d’aiuto al Cliente e al Counselor?

La mediazione artistica si sviluppa attraverso uno strumento artistico, che può essere un disegno, semplicemente colori su di un foglio, composizione scultorea, collages, scrittura… vorrei dire musica e suoni, ma con questi non sono mai entrata in contatto e non saprei come utilizzarli al nostro scopo.  In pratica assolutamente senza volere fare “un’opera artistica”, ma semplicemente utilizzando ciò che abbiamo a portata di mano ci lasciamo trasportare a comporre disegni, forme, colorare, scrivere storie, fantasie, frasi.

A proposito della musica vorrei però ricordare come questa abbia comunque un ruolo importante non solo nel nostro quotidiano ma anche a livello terapeutico. Il potere terapeutico della musica

Prima di parlarne qui, chiaramente ho provato in prima persona queste esperienze sia come Counselor che come Cliente. E’ indispensabile e doverosa una premessa. Io sono assolutamente negata per tutto quello che è disegno, arte, armonia, proporzione; non perché non mi piacciono ma perché non sono in grado di riprodurli anche se li ammiro nelle opere di altri. Eppure nel momento in cui mi sono ritrovata con un foglio bianco davanti, con una serie di colori diversi e di consistenze anche diverse (acquerelli, tempere, matite colorate, pennarelli, pastelli a cera, ecc. ecc), istintivamente qualcosa ha preso forma; mi sono trovata a scegliere con attenzione i materiali, a utilizzare ed accostare colori che “sentivo” buoni in quel momento per me, a tracciare segni e forme forse privi di significato in generale ma che per me senza dubbio lo avevano.

Sono emerse sensazioni, emozioni, sono riuscita a lasciare andare e trasferire su un foglio qualcosa che avevo dentro ma che non conoscevo.

E’ un’esperienza senz’altro interessante che accostata a sessioni di Counseling più tradizionali può veramente dare un qualcosa in più.

 

 

Anna Mortarino

Diplomata in Gestalt Art Counseling presso la Scuola Gestalt di Torino.

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Anna Mortarino

Diplomata in Gestalt Art Counseling presso la Scuola Gestalt di Torino.

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