
Sto attraversando un periodo molto positivo della mia vita e lo definirei “pieno di emozioni” e di gioia. In realtà mi rendo conto che tendo a dare appunto una connotazione “positiva” al termine emozione.
Prima di intraprendere il viaggio con la gioia mi chiedo “le emozioni cosa sono esattamente? Le emozioni hanno una connotazione positiva o negativa?” Mi aiuto con il dizionario che riporta la seguente definizione:
“Processo interiore suscitato da un evento-stimolo rilevante per gli interessi dell’individuo. La presenza di un’emozione si accompagna a esperienze soggettive (sentimenti), cambiamenti fisiologici (risposte periferiche regolate dal sistema nervoso autonomo, reazioni ormonali ed elettrocorticali), comportamenti ‘espressivi’ (postura e movimenti del corpo, emissioni vocali)”
Quello che forse mi colpisce di più è la locuzione: “rilevante per gli interessi dell’individuo”, quindi le emozioni hanno un carattere prettamente individuale, ma anche “risposte periferiche regolate dal sistema nervoso autonomo”, quindi incontrollabili.
Continuando con la mia indagine mi rifaccio alla classificazione delle emozioni primarie da parte di Paul Ekman: Rabbia, Disgusto, Tristezza, Gioia, Paura, Sorpresa; anche a questo punto mi accorgo di riuscire a dare una valenza positiva solo alla Gioia.
Mi rendo conto invece che proprio perché parliamo di qualcosa che ha un carattere istintivo e individuale non c’è nulla di buono o cattivo, bello o brutto, positivo o negativo. Noi reagiamo istintivamente e in modo involontario alle emozioni, tanto che le nostre espressioni del volto, della postura, anche movimenti delle mani rivelano quello che stiamo provando anche a se a volte non vorremmo farlo trasparire.
La gioia ti colpisce improvvisamente, proprio come tutte le altre emozioni e inaspettatamente ti accorgi di sorridere, di sentire il cuore pieno, di non riuscire a contenere parole, gesti o altre espressioni perché questa emozione ti fa stare bene e vuoi condividerla con chi ti sta attorno o anche solo con il te stesso che ti guarda dall’esterno. Io il più delle volte credo di non riuscire a risalire con precisione alla causa di questa emozione; è un insieme di circostanze: una persona che incontri, un luogo, il raggiungimento di un obiettivo. La gioia provoca eccitazione e viene percepita come emozione piacevole, che da piacere.
Anche se possiamo gioire da soli a fronte di situazioni inaspettate che l’hanno provocata, tendenzialmente ci viene istintivo condividerla con chi ci sta vicino, tanto che anche involontariamente il primo segno evidente è il sorriso.
La gioia è l’unica emozione in grado di generare questo gesto corporeo che unisce movimenti muscolari e oculari allo stesso tempo.
Generalmente è un’emozione passeggera, un qualcosa di effimero che può trasformarsi in felicità o vanificarsi facilmente. Nel momento in cui la proviamo e stiamo bene, possiamo accorgerci che diminuisce il senso di ansia, lo stress e si crea invece una sorta di entusiasmo verso il futuro, alla luce di quello che la gioia potrà portare con se.
“…ma in attendere è gioia più compita” (Eugenio Montale – Gloria del disteso mezzogiorno)
Sul sito di Psicolinea , si legge:
“Quanto alla felicità, essa può essere accomunata con l’emozione della gioia, ma vi sono delle differenze fra i due concetti, molto significative: la felicità infatti ha a che fare con l’ambiente esterno, con la realtà, mentre la gioia nasce dentro di sé, è un’esperienza soggettiva, che può svilupparsi anche in condizioni psicologiche ed esistenziali non ottimali, anche per la sua breve durata.”
La felicità è una sensazione che può derivare dalla essa, è qualcosa che dura più a lungo, una condizione di essere, probabilmente conseguente all’emozione descritta. Mi piace molto come viene sintetizzata facendo riferimento a elementi naturali il distinguo tra felicità e gioia.
La più spiccata differenza tra la felicità e la gioia è che la felicità è un solido e la gioia è un liquido.(J.D. Salinger)
Curiosando nel web ho trovato parecchie definizioni attribuite alla parola:
La gioia è il semplice essere se stessi: vivi, vibranti, nella piena vitalità. La sensazione di una musica sottile attorno e dentro il corpo, una sinfonia: questa è la gioia.(Osho)
e ancora
Forse era così la gioia, vista da dentro: una valle di luci, un vento etereo.
(Barbara Kingsolver)
Può non essere solo sorriso ed emozione positiva. Penso alle lacrime di g. che a volte sgorgano altrettanto istintivamente e inarrestabili. E’ una reazione a qualcosa di bello, anzi direi di bellissimo, che ci è accaduto, ma è come se con le lacrime esprimessimo il nostro aspetto più fragile, più debole, quasi non sentissimo in noi la forza di assimilarla questa gioia.
Affrontare la gioia, viverla, farla propria non è così scontato. Bisogna essere predisposti per accettare questa emozione improvvisa che ci può colpire come un’esplosione.
Anche se provocata da una circostanza felice, dobbiamo essere in grado di accettarla e soprattutto di accettare le conseguenze che possono derivare: eccitazione, aumento dell’adrenalina, senso di confusione, smarrimento.
La gioia richiede più abbandono, più coraggio che non il dolore. Abbandonarsi alla gioia significa appunto sfidare il buio, l’ignoto.(Hugo Von Hofmannsthal)
e ancora:
Ma la gioia può essere violenta non meno del dolore.(Joseph Roth)
Diplomata in Gestalt Art Counseling presso la Scuola Gestalt di Torino.
Diplomata in Gestalt Art Counseling presso la Scuola Gestalt di Torino.
Che bello il tuo articolo.
La gioia è liquida… fantastico.
Grazie e tanta gioia
Ti ringrazio e auguro molta gioia anche a te
Bello leggere di questa emozione… leggerezza finalmente!