
La leggerezza è una gratificazione che ha una direzione doppia: ci regala armonia e serenità e crea empatia, disponibilità e comunanza nelle relazioni con l’altro. Ci toglie dall’aridità, dall’incuranza, dall’indifferenza, connettendoci in maniera delicata con quello che ci circonda.
Oggi mi trovo a Pettorano sul Gizio, un piccolo e graziosissimo borgo medievale della comunità montana Peligna. C’è un ruscello con acqua cristallina e ghiacciata e, visto il caldo estenuante, decido di sedermi in questo posto incantato per refrigerarmi un po’. Subito la mia attenzione viene catturata da un insetto meraviglioso: la libellula, che si ristora con l’acqua proprio come me. All’improvviso decide di alzarsi in volo sfoggiando le sue bellissime ali, grandi, pari, trasparenti ma al tempo stesso cangianti. Vola via, pronta ad affrontare tutto ciò che la circonda con una leggerezza che nulla toglie alla sua velocità e alle sue capacità predatorie notoriamente letali. Che incanto, penso! Un insetto apparentemente così delicato che riesce a sfrecciare come un razzo pronto a colpire l’avversario con una leggerezza che gli dona un rigore unico. Quanto, allora, può essere potente la leggerezza ?
In fin dei conti, la leggerezza, cos’è?
“la leggerezza si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso”. (Italo Calvino)
Bene, niente a che vedere, dunque, con la superficialità, la irriflessività, l’incostanza, la poca serietà. Potrebbe essere, allora, sinonimo di una occhiata dolce e morbida che ci facilita la discesa nella dura e talvolta ardua quotidianità; dall’alto, per non essere spazzati via dal basso. Molte volte ci prendiamo (e prendiamo l’altro) troppo sul serio e ci ritroviamo a prendere la vita di petto, con il “muso” lungo, con l’eccessiva prudenza che sfocia nella pesantezza o nell’immobilità, con la pignoleria, nella gravosità. Diventiamo grigi, stressati, noiosi. Spaventati da tutto e tutti, in primis da noi stessi. Davvero poco digeribili. Perché, a pensarci bene, quanto e quando ci concediamo, per esempio, una fragorosa risata, di giocare, di fare quello che ci piace e non solo quello che dobbiamo? Di liberare il nostro soffio vitale o di prenderci allegramente in giro con una sana e salvifica auto-ironia?
E allora ripeschiamo dentro di noi la leggerezza, che è vitalità, che è un modo di fare naturale che ci fa osservare quello che ci circonda in profondità, ma al tempo stesso con una distanza rispetto all’affanno che ci creiamo proiettando tutto non nel qui ed ora, ma in un tempo futuro.
La leggerezza è una fonte di difesa contro il rancore, il risentimento, l’aspettativa. Leggerezza come energia che ci alleggerisce quando siamo stanchi, saturi, malcontenti. Una preziosa alleata a cui possiamo attingere insieme alla nostra capacità di ascoltarci, di entrare in contatto con noi stessi e con le nostre emozioni per migliorare la nostra qualità di vita. Una risorsa unica quando lo sfinimento della nostra routine non ci dà tregua e che può aiutarci non a cambiare quello che ci succede, ma a trasformare il modo in cui lo fronteggiamo.
Cosa possiamo fare concretamente per essere leggeri?
Si potrebbe, per esempio, imparare a sorridere di più. Potremmo imparare a ringraziare per tutto quello che abbiamo, anziché focalizzarci sulla mancanza. O imparare a usare un linguaggio meno distruttivo, restituendo valore e giusta dimensione a ciò che ci accade; imparare a semplificare, piuttosto che arrovellarci sulle questioni. Provare a ri-conoscere le nostre emozioni e a dare loro un nome. Coccolarci un po’ e a dare un senso piacevole al nostro tempo libero, anche se ne abbiamo poco a disposizione. Ridere allegramente di noi per smorzare quella vocina che è dentro di noi che ci urla la nostra inadeguatezza. Osservare il cielo e inebriarci dei suoi colori e delle sue infinite sfumature.
Ognuno di noi, in fondo, sa esattamente ciò di cui ha bisogno…e se non lo sa, può partire da lì, dalla comprensione di quello che lo fa stare bene, da ciò che viene dal cuore; qui entra in gioco il senso di responsabilità verso noi stessi, un valore che va ricercato, accolto e onorato.
La leggerezza come stile di vita, quindi, proprio come quello delle bellissime libellule…che ci ricordano che possiamo riflettere la luce se e quando lo vogliamo.
Buon volo leggero a tutti noi!
Counselor Relazionale Mediacomunicativo, grafologo giudiziario, rieducatore della scrittura e appassionata di tutto ciò che è Danza, Arte, Musica e Natura.
“Si potrebbe …. imparare a sorridere di più. Potremmo imparare a ringraziare per tutto quello che abbiamo, anziché focalizzarci sulla mancanza.” Sorridiamo e ringraziamo allora !!! Sottolineo questo suggerimento e ti ringrazio! Ma sarebbe da evidenziare ogni parola del tuo articolo, tanto è bello e ricco di spunti interessanti!!! Grazie Valeria!
Grazie Flavia! Gentilissima 🙂