
La paura da sempre viene considerata una nemica, qualcosa da ripudiare. Spesso rappresenta “quella cosa che non ti permette di raggiungere il tuo obiettivo“. Preso questo concetto in modo sterile, diventa qualcosa di negativo.
Inizierei da un presupposto: nessuna emozione è negativa o positiva. Tutte hanno diverse sfaccettature e si avvitano all’interno di noi in base a tutto il nostro background. Quindi parlare di un’emozione è sempre molto difficile, e può diventare un gioco delicato ma potente, specie per quanto riguarda la paura. Confrontarsi e condividere le emozioni permette di delinearle e di imparare a gestirle in sintonia con le altre parti di noi.
Rispetto alla paura, la storia ci ha raccontato che i grandi eroi e i guerrieri non la provavano, o dovevano sconfiggerla, e per questo potevano ottenere quello che volevano. La più classica delle novelle è proprio quella del “cavaliere senza macchia e senza paura” che ottiene il tesoro sconfiggendo il drago che lo nasconde. In un certo senso si è demonizzata la paura rendendola l’emozione dei deboli.
Queste storie non sono sempre vere e sono state raccontate in modo molto superficiale; senza valutare le conseguenze delle azioni svolte “senza paura”. Non approfondirò il profondo simbolismo nascosto in tutto questo, ma prenderò in prestito solo il drago per uno spunto di riflessione.
Il drago simboleggia la paura (dalle sembianze mostruose) e deve essere sconfitto (quasi sempre con la forza bruta) per ottenere il tesoro (ciò che vogliamo nel profondo).
Ma è il drago a farci paura o quello che desideriamo? Forse entrambe le cose, ma il drago in realtà potrebbe rappresentare solo la sfida per imparare a gestire il tesoro.
Su questa metafora mi sono interrogato spesso e sono giunto alla condivisione del pensiero un po’ alternativo che considera il drago come alleato per trovare il tesoro (data la sua “pesante” presenza) ma anche per difenderlo successivamente. Il passaggio successivo sarebbe quello di non spendere tutte le energie combattendo il drago nel modo più canonico, ma addirittura di trovare una strategia per rendere il drago il nostro alleato.
Talvolta si sceglie un ulteriore metodo, quello di ignorare la paura. La spinta controfobica ci regala l’ebbrezza di elusione della paura e riusciamo ad avvicinarci al nostro oggetto del desiderio o addirittura a farlo nostro; però il problema successivo e imminente sarà quello di riuscire a gestire la nuova situazione (e anche le nuove emozioni derivanti). Infatti il drago c’è ancora e brama di adempiere al suo scopo.
Bisogna rendersi conto quindi che anche “ignorare la paura” non ci risolve. Quando si prova paura abbiamo diverse modalità di reazione, date per lo più da “insegnamenti” che abbiamo collezionato in tutta la vita. Però queste nostre reazioni spesso non sono equilibrate rispetto a quello che sta davvero succedendo. Quindi l’abitudine comune diventa quella di ignorare la paura e questo in un primo momento ci dà sollievo e ci regala la sensazione di avere tutto sotto controllo.
Presto però ci si accorge che non è così, e il loop si ripete riportandoci ai nostri soliti schemi facendoci riprovare la stessa emozione con il rischio di provare anche rabbia.
Questo ripetersi degli schemi ci può portare a stare male e a non sentirci realizzati, ma offre anche l’opportunità di intraprendere un percorso alternativo.
Sarebbe quindi auspicabile iniziare a considerare la paura come un’emozione alleata che ci difende nel migliore dei modi e che ci permette di gestire il nostro quotidiano limitando i rischi. In questo modo la paura non sarà più il problema, ma un’opportunità di maturare.
Sentire quindi l’emozione della paura, senza subito reagire, ci offre l’importante opportunità di far cooperare mente e corpo (istinto); questo apre un ventaglio di possibili azioni a noi prima sconosciute e che migliorano la qualità della nostra vita.
Il mio nome è Manuel Di Sabatino, sono Counselor e Allenatore di Karate. Il filo conduttore delle attività nella mia vita è sempre stato quello della crescita personale, quindi studio e approfondisco quotidianamente le mie competenze. Svolgo la professione di Counselor con chi sente la necessità e il piacere di scoprire meglio sé stesso o fare un lavoro di empowerment.
Il mio nome è Manuel Di Sabatino, sono Counselor e Allenatore di Karate. Il filo conduttore delle attività nella mia vita è sempre stato quello della crescita personale, quindi studio e approfondisco quotidianamente le mie competenze. Svolgo la professione di Counselor con chi sente la necessità e il piacere di scoprire meglio sé stesso o fare un lavoro di empowerment.
bello leggerti. L’attesa è stata lunga ma ne è valsa la pena. Mi è piaciuto molto il taglio e le sfumature… la similitudine con il drago rimane nella mente.
Mi piace l’idea che si debba riflettere se è la paura in se’ o quello che desideriamo a bloccarci…
CI penso su , Grazie Manuel