
L’essere umano sano come un sistema integrato costituito da tre aspetti fondamentali: corpo, psichico ed emozionale in fluida interrelazione armonica tra loro, è facile osservare come uno squilibrio in uno di questi centri modifichi anche gli altri e come risulti vana la ricerca di un Ben-Essere reale se non si dedica la stessa attenzione e cura ai tre centri indistintamente.
Ognuno di noi sceglie inconsciamente, fin da molto piccolo e sulla base della propria percezione dell’ambiente, contesto famigliare e della propria Natura essenziale, una via preferenziale, una modalità di reazione-relazione-gestione delle condizioni percepite che sarà principalmente Fisica (corpo), Mentale (psiche) o Emozionale (emozioni).
Questo determinerà il tipo di personalità che si strutturerà nella persona e la sua modalità di approccio preferenziale alla Vita da adulto. Essa potrà essere a base istintiva ( canale preferenziale Fisico), a base mentale ( canale preferenziale Psiche), a base emozionale ( canale preferenziale Emozioni).
Durante la Relazione interpersonale con l’altro, una delle capacità fondamentali del Facilitatore* dovrebbe essere, secondo l’approccio che prediligo, quella di saper riconoscere velocemente il ” Tipo” di personalità a cui appartiene il cliente. Se ho a che fare con un Tipo Emozionale, cercherò di utilizzare, durante la sessione, un linguaggio evidentemente empatico e una modalità’ più’ incentrata sullo scambio emozionale, con una attenzione maggiore al linguaggio non verbale: gesti, sguardi, espressioni fisiche ecc…, senza magari eccedere con domande e/o interventi troppo concettuali o evitando, di “entrare” troppo bruscamente in una modalità di lavoro più fisica. Allo stesso modo, con un Tipo Istintivo, cercherò una risonanza di linguaggio e una modalità di lavoro più fisica in modo da farlo sentire a proprio agio e di propiziare una fluidità e una piacevolezza di relazione indispensabili durante l’incontro.
Di fronte a un Tipo Mentale utilizzerò la chiave di una modalità più razionale e analitica per entrare in un flusso scorrevole e gettare le fondamenta di: fiducia e risonanza.
Tra i tre Centri, nella nostra cultura, quello che e’ stato più “negato” nei secoli è quello Fisico.
Il Corpo che siamo ( non che abbiamo) è stato, ed è ancora, visto come “qualcosa” che possediamo, dobbiamo usare, possiamo trattare alla stregua di uno strumento e se non funziona bene, possiamo portare dallo specialista di turno per farlo aggiustare, cambiare pezzi, e in taluni casi modificarne l’aspetto se così com’è non ci piace.
L’ approccio alla nostra fisicità e alle sue espressioni è molto strumentale, per noi occidentali contemporanei.
Obbedire ai canoni di bellezza imposti dai media e dalla moda, ad esempio, ci spingono a modificare il nostro aspetto corporeo e ad assumere posture, a modificare la muscolatura, a mangiare, a svolgere attività completamente distanti dalle nostre personali esigenze o dal nostro piacere istintivo, unico e Sacro.
Se a questo aggiungiamo tutta la mole di divieti, tabù (si pensi al sesso, al pianto per gli Uomini, alla vergogna per le nostre funzioni escretorie..) e repressioni legate alle naturali e piacevolissime espressioni del corpo che abbiamo subito e i condizionamenti sociali propinate in secoli, è molto semplice comprendere che siamo mediamente una popolazione di persone fuori equilibrio.
Abbiamo visto che i tre Centri sono interdipendenti come in un effetto domino, lo squilibrio di uno si ripercuote sull’intero Sistema unitario.
Questo rende evidente diffuso: il senso di malessere, nonostante l’ apparenza, di tante persone.
Al contempo, per lo stesso principio bioenergetico dell’interdipendenza dei nostri Centri, il Facilitatore* preparato può condurre il cliente, attraverso esercizi mirati centrati sul respiro e sul movimento, a sbloccare attraverso l’espressione fisica, distretti muscolari cronicamente contratti da posture innaturali; liberandosi e facilitando il normale flusso energetico, lasciano spazio a flussi emozionali repressi da tempo che letteralmente “alleggeriscono” l’intera persona (mente compresa) restituendole libertà di movimento, di espressione, di pensiero, di SCELTA.
Se io vivo costantemente contratto a livello muscolare, avrò meno libertà di movimento e di respiro…
Minor movimento= minore Gioia=Minor Respiro = minore Energia= minore ossigenazione al cervello= minore chiarezza mentale.
Da cui più è alto il malessere generale più si entra in un circolo vizioso e spesso inibente.
Nella mia esperienza sul tatami e nella vita, il lavoro fisico è fondamentale e imprescindibile. Tutti noi, Istintivi, Emozionali o Mentali, facciamo esperienza della vita attraverso il corpo che siamo.
Liberare il corpo significa liberare l’intero sistema.
Per ri-entrare in noi, nel Corpo che siamo, a recuperare l’integrità smarrita da bambini, ognuno predilige una strada, la sua preferita , quella che conosce meglio…
Compito e cura del Facilitatore* sarà di accompagnare in questo viaggio di recupero il cliente senza ” spogliarlo” del vestito della propria personalità, che pure lo ha protetto finora e lasciando, man mano entra in contatto con sé stesso, ritrovi il PIACERE ancestrale di sentirsi sicuro e completo nella propria Nuda Essenzialità.
La Sicurezza , il Piacere, la Pace di un Essere Umano, risiedono nell’onorare e nel vivere liberamente tutto sé stesso in maniera integrata e il viaggio verso questa integrazione deve necessariamente essere fatto con CORPO, MENTE E ANIMA.
*Facilitatore (ndr) = il facilitatore è un professionista o esperto nella pratica di facilitare la gestione dei “blocchi” della persona che esse siano di origine emozionale, mentale, energetico o corporeo. Essi non sono codificati con un particolare ruolo professionale, ma appartengono ad un’area vasta quali: counselor, coach, trainer, maestri di discipline, motivatori e tanti altri.
Istruttore di Ju Jitsu Yoshin Ryu e di Hatha Yoga, ricercatore e studioso di Bioenergetica, MTC, Psicosomatica ed altri Sistemi di Cura che utilizza in sessioni private e incontri di gruppo per facilitare benessere personale e relazionale.