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Il viaggio o Travel Counseling, concepito nel suo significato più completo e metaforico, può essere una grande risorsa per chi decide di intraprenderlo.

Il Travel Counselor, oltre a portare dentro di sé il dono dell’accoglienza e la sapienza dell’empatia, è anche una persona che ha utilizzato il viaggio in momenti diversi della vita e da essi ne ha tratto preziosi insegnamenti.

Il Travel Counseling si può suddividere in quattro fasi:
pre-contatto (ciclo di incontri in cui il counselor e il cliente lavorano insieme su conoscenza, esplorazione di sé, delle proprie emozioni, identificazione dei propri obiettivi e delle finalità che si intendono perseguire attraverso il viaggio)
contatto pieno (il viaggio in sé)
• post-contatto (il ritorno e la rielaborazione dell’esperienza, la verifica del raggiungimento degli obiettivi, le motivazioni che li hanno favoriti o limitati, la consapevolezza che si presenta in entrambi i casi)
vuoto fertile (celebrazione e piena soddisfazione per ciò che è stato compiuto e per gli obiettivi raggiunti. È il momento in cui il viaggiatore è in completo equilibrio con tutte le sue parti e, quindi, il momento dal quale tutte le cose possono nascere)

L’essere umano è un essere in cammino fin dalle origini, e si può suddividere in due macro categorie: quelli che rimangono e quelli che partono.
Carl Rogers parla della tendenza attualizzante, per cui tutti gli esseri umani sono direzionati verso un processo di crescita e miglioramento.
Un aspetto importante, da non perdere mai di viste, è che la dimensione viaggio non comprende solo lo spostamento fisico, ma anche quello interiore. Alcuni di noi, per questo motivo, sono sempre in viaggio…
Molto importante è la circolarità del viaggio: i viaggi senza ritorno, come viaggi di formazione, risultano incompleti perché il ritorno al punto di partenza è fondamentale, in quanto ci permette di comprendere appieno quanto siamo cambiati (o no) da quando siamo partiti. Qui entra in atto il cosiddetto bisogno di riconoscimento, uno degli aspetti fondamentali dell’uomo dal punto di vista sia antropologico che psicologico.
Il viaggio, nel Travel Counseling, assume un valore “terapeutico”. Non esiste un posto giusto per qualcuno o per qualcosa: le uniche condizioni necessarie sono la libertà e la maturità nello scegliere coscientemente cosa è meglio per se stessi.

“La vita non è quello che ci capita, ma quello che facciamo noi con quello che ci capita” (Pearls)

I benefici del viaggio sono: l’apertura e l’uscita dalla propria mappa cognitiva, l’opportunità di vedersi da un’altra prospettiva, mettersi alla prova rinunciando alla fissità della quotidianità, venire a contatto con la realtà.

Durante il viaggio abbiamo l’occasione di poterci finalmente staccare da tutti i pensieri, scrollarci di dosso le convinzioni e gli schemi che abbiamo introiettato nel corso della nostra esistenza, e possiamo farlo nel modo apparentemente più semplice, ovvero OSSERVANDO. Se mettiamo un attimo da parte noi stessi, vedremo un mondo nuovo schiudersi sotto i nostri occhi: il mondo visto attraverso gli occhi dell’Altro.

Il cambiamento è proprio da considerarsi la caratteristica chiave del viaggio, così come la continua rinascita interiore di fronte alla varietà di scenari psico-fisici che ci si para davanti durante l’esperienza che stiamo vivendo. È solo mettendo da parte la paura che si può dar vita al vero cambiamento.
Eric Leed afferma che Il viaggio spoglia il viaggiatore e, come immagine, rende proprio l’idea… Il viaggiatore, cambiando scenario, tende a cambiare anche gli schemi mentali, i suoi modi di essere consueti, i suoi pensieri. Diciamo che esce dalla propria zona di comfort che, se può anche essere vista in maniera positiva, spesso rappresenta una dimensione limitante.
Nel viaggio il concetto di TEMPO cambia in modo sostanziale e diventa più “nostro” aiutandoci maggiormente a vivere nel QUI e ORA, dal momento in cui non abbiamo molto spazio temporale per fissarci sul passato o sul futuro.
Iniziare un cammino, intraprendere un viaggio, sperimentare il proprio essere viaggiatore equivale a correre dei rischi.

“La vita è come un libro e chi non viaggia ne legge solo una pagina” (Sant’Agostino)

Nutriamo sempre grandi aspettative nei viaggi, ma non riusciamo a capire che la chiave di tutto siamo sempre noi stessi… Come diceva Tiziano Terzani: “Ciò che è fuori è anche dentro; e ciò che non è dentro non è da nessuna parte”.

Il viaggio non aggiunge nulla di diverso da quello che già possediamo, ma è capace di rivelarcelo!
La parola viaggio in inglese è TRAVEL e ha la stessa etimologia di travaglio: è qualcosa di lungo, può essere doloroso, ma che porta a nuova vita.

Ci possono essere varie tipologia di viaggio e sta al Travel Counselor capire quella più adatta al cliente che sta seguendo. Ci sono i viaggi statici, che prevedono un periodo in un luogo diverso da quello in cui si vive e visti come “esperienze di vita”, i viaggi dinamici, quelli che prevedono spostamenti a piedi, in bicicletta, on the road… oppure ancora i viaggi a piedi, detti anche pellegrinaggi.
Durante l’esperienza del viaggio siamo messi di fronte anche all’incontro con l’Altro e questo può rappresentare un modo per vedere noi stessi nitidamente allo specchio, uno specchio non annebbiato dall’ego, spesso scomodo e che mette in risalto parti di noi che vorremmo soffocare ma che vivono sottopelle. In questo caso si parla di rispecchiamento e di ri-conoscimento di se stessi attraverso l’Altro: un tema davvero molto interessante…

Scrittura e fotografia possono essere strumenti preziosi e di grande aiuto per il viaggiatore: entrambe sono tecniche che permettono di mettere in ordine le idee e le emozioni che si affrontano durante il percorso. Scattare fotografie e scrivere in modo consapevole dicono molte cose di noi, perché sono delle porte, dei passaggi dal nostro io interiore all’esterno. Per questo motivo è davvero molto consigliato tenere un diario di viaggio e scattare foto ricordo. Al rientro è possibile comprendere molto bene come si è svolto quel determinato viaggio sfogliando questo materiale.
Non c’è un modo giusto per viaggiare così come non c’è un modo giusto per vivere. La vera risposta siamo noi: tutto dipende da noi!
Il Travel Counseling, alla fin fine, altro non è che uno dei tanti modi per esplorarsi, per conoscersi o riconoscersi, o semplicemente per ridiventare amico di se stessi.

Carlotta Invrea

Giornalista e Counselor in formazione, sono una persona curiosa e amante dei viaggi nel mondo che ci circonda e in quello interiore. I miei studi umanistici e artistici mi hanno regalato la convinzione che l’arte in tutte le sue declinazioni possa essere una terapia efficace e un mezzo straordinario per la crescita personale, argomento a me caro da sempre.

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Carlotta Invrea

Giornalista e Counselor in formazione, sono una persona curiosa e amante dei viaggi nel mondo che ci circonda e in quello interiore. I miei studi umanistici e artistici mi hanno regalato la convinzione che l’arte in tutte le sue declinazioni possa essere una terapia efficace e un mezzo straordinario per la crescita personale, argomento a me caro da sempre.

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