
C’è un aspetto, tra i fondamentali del Ju Jitsu e di altre Arti Marziali tradizionali, che più di altri rappresenta e comprende il nostro moderno concetto di “presenza mentale” o Zanshin, inteso come condizione di centratura e di lucidità funzionale alla propria capacità d’azione e/o di decisione.
Nel Ju Jitsu questa condizione, tutta da ricercare (attraverso la Pratica), si chiama Zanshin.
La parola è formata da Zan – mantenere/conservare e Shin – Spirito.
Lo Zanshin è l’atteggiamento mentale, emotivo e fisico di presenza che il Bushi (il Guerriero) deve mantenere durante il combattimento (e durante la Vita), atteggiamento di totale disponibilità e accoglienza verso ciò che ancora il Fato ha in serbo per lui. Solo ad esempio, quando un combattimento (contro un avversario o verso un’avversità) sembra essere “risolto”, essere in Zanshin consente al Bushi di mantenere lo Spirito, il Corpo e la Mente attenti e pronti a qualsiasi ulteriore risvolto o sviluppo, nella consapevolezza dell’eterno mutare delle condizioni, delle energie e delle possibilità.
Lo studio e la Pratica del Bushido (la Via del Guerriero), lungi dall’essere una via di belligeranza e di violenza, è invece una preziosa risorsa e una possibile risposta ad una diffusa necessità di combattere contro la nostra parte più indolente e “distratta” dall’Essenziale, quella nostra parte più egoica che spesso ci fa illudere di aver “vinto” o di aver “perso” le nostre quotidiane battaglie, spostandoci di fatto dal nostro Centro Neutro (il Cuore), che attraverso la Pratica dello Zanshin possiamo invece imparare a recuperare.
Allenarci a questo atteggiamento di presenza continua e di accettazione della mutevolezza dell’esistenza e degli eventi è anche una grande, bellissima opportunità di gestire l’ignoto alternativa alla scomoda e spesso problematica (per noi e per gli altri) energia del controllo.
È interessante osservare quanto gli animali vivano in uno stato di costante presenza/attenzione e di come questo non generi in essi tensione e stress. Se, invece, si richiede ad un essere umano di restare per un certo tempo in uno stato di “presenza mentale” costante, questo verrà percepito e vissuto come stancante, stressante e difficile.
Perché questa differenza? Credo che lo stato di presenza mentale, attenzione e focalizzazione necessario ad essere consapevoli del momento presente e di conseguenza capaci di decidere ed agire in modo adeguato, sia il risultato di una armonica collaborazione sinergica tra Corpo, Emozioni e Psiche. Essere presenti è una mera illusione se all’appello manca uno di essi. Un principio bioenergetico fondamentale dice che quando un’azione non nasce dalla partecipazione unitaria dei tre aspetti fondamentali che costituiscono l’uomo (Corpo, Emozioni, Psiche), l’azione stessa risulterà inefficace, faticosa e priva di piacere.
Un animale non “umanizzato”, ad esempio un gatto, vive in costante contatto con il suo Corpo, onora senza filtri il suo livello emozionale esprimendo con azioni immediate e adeguate paura, aggressività, gioia ecc. e il risultato di questa espressione unitaria di sé stesso è un costante stato di presenza mentale (inteso come capacità di essere qui ed ora) affatto faticoso o stressante.
In MTC (Medicina Tradizionale Cinese) la psiche, la mente, è considerata una funzione dell’essere umano e il suo buon funzionamento (la presenza mentale, la lucidità ecc.) è il risultato del buon funzionamento del Corpo, degli Organi interni e il rispetto degli aspetti emozionali ad essi correlati, come insegna la Teoria dei 5 Elementi. Nel Jiu jitsu giapponese esiste un aspetto basilare richiesto al praticante che si chiama Zanshin, parola che tradotta significa “mantenere lo Spirito attento”.
È lo stato di presenza costante, senza tensione ma di prontezza a tutto sesto che consente al Bushi(guerriero) di restare costantemente presente, qui ed ora, anche quando il combattimento sembra finito. Lo stato di Zanshin è propedeutico e in parte sovrapponibile allo stato di realizzazione dello Zen che per i giapponesi rappresentava il supremo balenare di una mente superiore ormai assimilata allo spirito e al tutto.
Il percorso per allenare lo Zanshin( strano a dirsi per noi occidentali) , è fatto di allenamento e condizionamento fisico attraverso tecniche mirate a recuperare la nostra antica confidenza con le emozioni(in primis con la paura) e con la nostra parte più animale. Ne è un esempio lampante il fatto che una parte fondamentale della pratica del Jiu jitsu e di tante altre Arti Marziali tradizionali è lo studio di Kata (forme) che in moltissimi casi richiedono di entrare nel l’energia di diversi animali muovendosi, pensando, lottando come loro.
Quindi la strada verso una maggiore presenza mentale passa attraverso il necessario recupero di parti fisiche, istintive ed emozionali che, per conseguenza, genereranno una mente attenta, pronta e al contempo serena. D’altro canto è osservabile facilmente come si recuperi con facilità la propria presenza mentale (e totale, che è ancor meglio) se ci si permette di vivere esperienze che ci coinvolgano liberamente e senza repressioni a livello fisico ed emozionale..
Credo che sia un dovere di tutti noi verso noi stessi farlo sempre più spesso.
Istruttore di Ju Jitsu Yoshin Ryu e di Hatha Yoga, ricercatore e studioso di Bioenergetica, MTC, Psicosomatica ed altri Sistemi di Cura che utilizza in sessioni private e incontri di gruppo per facilitare benessere personale e relazionale.